Le auto di oggi sono sempre più tecnologiche e digitali. Si stima, infatti, che nel 2027 le auto connesse digitalmente saranno il 97% dei veicoli che circoleranno nel mondo. Se da un lato questo può rappresentare un’utilità per i guidatori, dall’altro può rappresentare un problema dal punto di vista della cybersicurezza. Per questo le case costruttrici stanno già cercando di proteggere i sistemi installati sulle auto e si stanno adoperando per prevenire eventuali attacchi informatici.
Advanced Driver Assistance System
Gli ADAS, Advanced Driver Assistance Systems, sono sistemi elettronici di assistenza alla guida che sono stati resi obbligatori dall’Unione Europea su tutte le nuove auto immatricolate a partire dal 2022. Questi sistemi rendono più facile e soprattutto più sicura la guida degli automobilisti.
Nello specifico gli ADAS comprende una serie di funzioni progettate per assistere nella guida gli automobilisti per prevenire incidenti. Un pacchetto di funzioni, insomma, che comprendono il controllo di velocità “adattativo”, avvisi di collisione frontale e posteriore, sistemi che aiutano il conducente a mantenere la velocità con un avviso sonoro nel caso di superamento dei limiti, avvisi di avvicinamento alla linea di corsia e sistemi per far correggere la traiettoria dell’auto per riportare in carreggiata la vettura, sistemi che rilevano ostacoli e forniscono assistenza nel cambio di corsia avvertendo il conducente del possibile impatto, sistemi di riconoscimento della segnaletica stradale, sistemi di visione notturna o di visione in caso di condizioni atmosferiche avverse, sistemi di assistenza al parcheggio, sistemi di monitoraggio del livello del carburante che aiutano anche a consumare e a inquinare di meno, sensori di pioggia e sensori crepuscolari.
Questi sistemi, seppur utili al conducente, possono essere oggetto di attacchi da parte di hacker malintenzionati.
I possibili rischi per la sicurezza
Con tutti i dispositivi digitali montati sulle auto, gli hacker potrebbero sapere dove andiamo, dove abitiamo, cosa stiamo dicendo mentre guidiamo o siamo al telefono, il modello della vettura che guidiamo e altre informazioni.
C’è quindi sicuramente un problema di privacy, ma anche un problema di furti: non solo il furto dell’auto ma anche di dati o eventualmente nella propria abitazione. Inoltre è messa a rischio la sicurezza.
Ma quali sono le parti montate sull’auto che più sono a rischio di un attacco hacker?
Sicuramente il sistema di bordo, ma anche il sistema che fornisce informazioni su clima, traffico, intrattenimento e comunicazione. Inoltre anche il sistema di connettività può essere a rischio di un attacco hacker, così come tutti i sistemi collegati tramite Wi-Fi, Bluetooth, Usb e Gps.
Le direttive europee sulla cybersicurezza
L’Unione Europea, consapevole dei rischi di cybersecurity delle autovetture, ha cercato di intervenire per proteggere auto e automobilisti con tre direttive.
La normativa IEC 62443 regola la sicurezza digitale nei contesti industriali che impiegano sistemi OT (Operational Technology) per l’automazione e il controllo dei processi produttivi.
La normativa ISO/SAE 21434 è volta a garantire che i produttori automobilistici siano in grado di identificare, analizzare e gestire la cybersecurity dei veicoli durante l’intero ciclo di vita del mezzo.
Le direttive UNECE R155 e UNECE 156 stabiliscono precisi obblighi riguardanti la cybersecurity per tutti i veicoli, richiedendo lo sviluppo continuo di sistemi di gestione della sicurezza informatica e l’implementazione di aggiornamenti software.
Cosa stanno facendo le case costruttrici in termini di cybersecurity
Le case costruttrici sono da tempo all’opera per prevenire attacchi hacker ai sistemi che montano a bordo delle proprie auto. Sono molti gli investimenti che stanno facendo proprio nella cybersicurezza.
In modo particolare gli investimenti sono destinati a sviluppare sistemi con misure di autenticazione a più livelli e a sistemi in grado di rilevare gli attacchi sempre più efficienti.
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